Anacoreta: “Wrestling e BJJ trascurati nelle MMA italiane”

Dopo ogni evento di MMA in cui combattono atleti italiani si aprono spesso dibattiti tecnici più o meno approfonditi, in particolare per capire ciò che non ha funzionato durante gli incontri. Bellator Milano ha aperto un dibattito riguardante in particolare il Wrestling e il BJJ/Grappling (discipline che ci riguardano parecchio, essendo noi autori di “Grappling-Italia”) in ambito MMA italiane.

L’opinione di noi Media conta fino ad un certo punto, dunque ci limiteremo a fornire un paio di statistiche numeriche e poi riportare i pensieri di due praticanti esperti del settore.

La statistica che balza all’occhio dalla serata di ieri è certamente il fatto che su 5 atleti italiani nella card, ben 4 sono stati portati a terra nei loro match (senza aver mai proiettato a loro volta). L’unico ad aver messo a segno un takedown senza subirne è stato Daniele Scatizzi, praticante di Judo di lunga data. Dunque, tolto Scat, in totale gli italiani hanno subìto 9 takedown senza metterne a segno nemmeno uno e senza riuscire ad evitarli. (N.B. la statistica comprende anche Solli, che si allena in Irlanda ma compie rifiniture anche in Italia)

C’è effettivamente una lacuna tecnica sul lato “Lotta”? Secondo due personalità importanti sì.

Una story del Fighter UFC e medaglia di bronzo ai Mondiali di BJJ No-Gi nelle cinture marroni Marvin Vettori pubblicata durante l’evento sembra indicare che la lacuna sia dovuta ad una mentalità non aperta a nuovi insegnamenti.

“Ma perché quando faccio i seminari in Italia non c’è la fila di coach italiani che vengono ad imparare qualcosa di serio ma c’è ancora gente che non sa neanche cosa sia il Grappling per le MMA? Scarsi e meritate di restare tali.”

Anacoreta: "Wrestling e BJJ trascurati nelle MMA italiane" 1

L’altra opinione di peso che vi riportiamo, molto più diplomatica rispetto a quella di Vettori, è quella di Luca Anacoreta. Luca, cintura nera di Jiu Jitsu, è uno dei lottatori di BJJ più vincenti in Italia ed è uno dei nostri atleti più rappresentativi all’estero. La sua opinione è arrivata durante un Q&A su Instagram e non era a conoscenza del parere di Marvin.

“Ho visto molti errori a terra nell’evento Bellator di ieri sera, non so cosa possa aver detto Marvin. A prescindere da tutto secondo me si sta sottovalutando e trascurando troppo l’importanza del Wrestling e del BJJ nel mondo delle MMA italiane.”

Anacoreta: "Wrestling e BJJ trascurati nelle MMA italiane" 2

Siete d’accordo con Marvin e Luca? Siete d’accordo con uno solo? Non siete d’accordo con nessuno dei due? Fateci sapere il vostro punto di vista sulla questione.

  1. Comunque non cerchiamo pretesti. C’è internet con repliche dei match di varie annate, tutorial , lezioni ,etc. I la maggior parte delle cose che faccio non me le ha insegnate nessuno. Le provo , mi entrano la prima volta forse 1 su 20, poi riguardo i video a rallentatore e riprovo , finché non mi riesce. Mi ci vorrà 10 volte tanto di tempo ,ma tanto è

  2. Ovviamente hanno ragione, anche se il modo di porsi di vettori è sempre lo stesso. A me non piace proprio il personaggio che interpreta. Anche nell’ultimo attacco ad adesanya, quello del reggiseno, non mi è scaduto perché ho capito che oramai va avanti così. È il personaggio che ha scelto, come mcGregor, e va avanti. Purtroppo non tutti comprendono che ci fa e non ci è. Torniamo a noi e al discorso. Sarà che sono di un’altra generazione rispetto a loro, purtroppo per me, ma quando ero ragazzino io non c’era molto da scegliere. Da noi una scuola media, in accordo col comune, faceva tenere corsi di judo al posto della classica lezione di ginnastica. Nell’altra scuola, per altri patti intercorsi, c’era un accordo con la società di volley, prima squadra in seria a, del posto, per cui si facevano volley e nuoto, per un’altra convenzione. Dicevo, il judo la faceva proprio da padrone. Poi arrivarono le altre arti marziali. Di mio, avendola vicina, andavo proprio nella palestra di judo convenzionata con la scuola. C’era solo judo e una sala pesi. In seguito, dopo lo spostamento dal centro città alla zona industriale, arrivò pure il karate. Ma lì l’ambiente nuovo, fatto di fighetti, non eravamo più la palestra di Rocky, non lo apprezzavo proprio e iniziai ad allenarmi in un’altra città. Mi diedero pure le chiavi della palestra, così potevo arrivare prima e allenarmi anche per cavoli miei. Una delle più belle palestre mai viste in vita mia. Ora ovviamente è chiusa. Le mode, i tempi. Ho così incontrato, visto che da noi d’estate si chiudeva e loro erano passati per uno stage, avendo noi quella sala meravigliosa, con tetto con travi di legno a vista e abbondantemente oltre 100 mq di tatami, degli atleti che si stavano preparando per gli italiani di kick e thai, ovviamente con maestri al seguito. Ho chiesto se potevo allenarmi da loro per l’estate e non sono più tornato indietro. Lì sono iniziati rapporti umani e di amicizia che ancora resistono. Il tempo cambia I gusti, le prospettive, le mode. Perché anche do Mode occorre parlare. Che ci sia un gap nei nostri è inutile negarlo ma non è che in Italia siamo tutti gnogni. Però ci sono anche i gruppi sportivi e un buon atleta, se ha i meriti e la fortuna di entrare a far parte di uno di essi, resta lì o con grandi difficoltà viene via. I nostri medagliati olimpici nel judo facevano parte dei carabinieri, anche se Gamba, già da anni allenatore della nazionale russa di judo, per partecipare alle olimpiadi di mosca lasciò la divisa, oppure della polizia. Chemizo è nel gruppo sportivo dell’esercito. Nel pugilato, idem. C’è una bella differenza tra l’essere pagati per allenarsi o il dover lavorare per poterselo permettere. Chiudo con un ricordo di Mosca di Mennea. La scelta del Coni , facilitata dall’autonomia finanziaria che le entrate del Totocalcio gli garantivano, venne svuotata di sostanza da quella, di poco successiva, assunta dal ministro della Difesa, il socialista Lelio Lagorio, che vietò agli atleti militari di partecipare ai Giochi. La ratio della decisione ministeriale era la seguente : se il Paese ha deciso di non partecipare in coerenza con la propria appartenenza all’Alleanza Atlantica, i suoi militari non possono certo prendervi parte. Militari erano quasi tutti gli atleti di eccellenza degli sport individuali. Allora come oggi, in assenza di un sistema economico stabile che generi ed alimenti il professionismo, solo i corpi dell’Esercito e, più in generale, dello Stato potevano permettere a un giovane di dedicarsi allo sport a tempo pieno, garantendogli sia le strutture e l’assistenza necessaria per l’allenamento, sia il sostentamento presente e futuro con un posto fisso statale. La mia, era una delle poche eccezioni di atleta a tempo pieno non militare. Molte altre storie, umane prima ancora che sportive, che a fianco alla mia erano cresciute guardando all’appuntamento olimpico come alla giustificazione di un’intera esistenza, vennero cancellate da una decisione politica presa a tavolino. Mi colpì e mi resta in mente la reazione di Ezio Gamba, ventiduenne bresciano, unico judoka della spedizione azzurra. Quando capì che nel giro di pochi giorni sarebbe scattato per gli atleti militari il divieto di partecipazione ai Giochi chiese il congedo dall’Arma dei Carabinieri, per il cui gruppo sportivo gareggiava. Il congedo lo ottenne il 12 luglio, una settimana prima di partire per Mosca. Questo è il vero e spesso dimenticato prezzo che Ezio Gamba pagò per la sua medaglia d’oro nella categoria 71 kg : il venir meno di una solida prospettiva di lavoro e di pensione. Se lo ricordi chi scriverà la storia di quell’edizione dei Giochi.
    Scusate se ci sono errori, ma scrivo dal cell.
    Cmq Anacoreta ha sempre ragione :-)

  3. Buongiorno a tutti

    Allora dopo quasi undici anni che vivo in’Italia quello che vedo da quando sono arrivato è che l’Italiani praticano il calcio da piccolini come da noi in Brasile. La differenza e che dopo il calcio la lotta a terra e praticata come secondo sport nazionale!!! Quindi, iniziamo da piccoli a rotolare. = D

    Per gli Italiani il pugilato, Karate, Muay Thai, Kick boxing… e tanti altri sport di contatto dove si tirano pugni e calci sono una tradizione. Ho girato l’Italia da su a giù. Sono passato dalla palestra dei famosi Petrosyan, insegnando Bjj li per un’anno e mezzo. E poi mi sono trasferito a Messina per insegnare il Bjj. E ogni palestra dove sono passato queste discipline vanno forte!! Il Jiu Jitsu Brasiliano e una disciplina che tra virgolette al mio parere non è stato ancora scoperto dagli Italiani. Ho conosciuto parecchi atleti che praticano l’MMA a livello amatoriale e agonista, e tanti si fidano della fase in piedi (Striking)!! Tante volte sottovalutando la fase a terra che parte ovviamente dalle proiezioni del Grappling che sappiamo proviene dal Bjj, il Judo e Wrestling.

    E comunque tanto Vettori come Anacoreta hanno ragione!!
    Buona giornata.

  4. Mi verrebbe la battuta: provate il catch wrestling per la parte superiore del corpo, per le gambe e strangolamenti la luta livre e vi viene tutto subito meglio. Comunque battute a parte non credo che il bjj e wrestling italiano sia tanto inferiore a quello europeo medio, ma se dovessi fare l’atleta/ MMa coach a livello internazionale punterei allo striking , più alla Robert Whittaker nel mio caso

  5. Più che il bjj è proprio il wrestling che manca… ma non è con un seminario con vettori che si impara. Le scuole di lotta invece che stare tra di loro a farsi i pomp**ni a vincenda dovrebbero mettersi a insegnare e fare da sparring a questi atleti. Il fatto è che sono sfuggenti e difficilissimi da contattare.

  6. Hanno entrambi ragione da vendere. Le statistiche sono anche ampliamente dalla loro. Anche nel reparto game plan mi sembra si sia ancora fermi all’allenarsi tanto tanto e poi andare in gabbia.

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