UFC Vegas 31, le pagelle: Miesha Tate is back. Makhachev il solito extraterrestre

UFC Vegas 31, le pagelle: Miesha Tate is back. Makhachev il solito extraterrestre

18 Luglio 2021 1 Di Giuseppe Albi

Dopo il fragore generato da UFC 264, il circus targato Ultimate Fighting Championship è tornato ad esibirsi a porte chiuse per UFC Vegas 31. Una parentesi obbligatoria in attesa che tutti gli eventi tornino con il pubblico, ma che comunque non ci ha impedito di assistere ad una card che nulla ha avuto da invidiare, in termini di spettacolo, a quelle numerate.

L’apertura della main card è stata subito esplosiva con il match fra Billy Quarantillo e Gabriel Benitez. Tre round che hanno visto prevalere soprattutto Quarantillo, il quale si è abbattuto sul suo avversario con grande carica agonistica sin dai primi istanti della contesa. Una pressione e un volume di colpi che hanno portato l’arbitro Mark Smith ad interrompere il match a 3’40” dell’ultima ripresa. Prestazione dominante e voto 8 per Quarantillo. Voto 6 per Benitez, al quale non è bastato il grande cuore per contrastare il suo scatenato avversario.

Nella sfida successiva confronto fra due atleti in cerca di riscatto come Rodolfo Vieira e Dustin Stoltzfus. Come spesso accade in questi casi quando si affrontano due grappler, anche questa volta i due contendenti hanno messo in scena un confronto basato soprattutto sullo striking.

Un duello non particolarmente eccelso dal punto di vista tecnico, ma comunque molto duro e che ha mostrato significativi progressi soprattutto da parte di Vieira, il quale ha fatto vedere un buon uso del jab in diversi frangenti. Miglioramenti che non sono bastati però per prevalere in maniera significativa e così il brasiliano si è rifugiato nell’ultimo round in quello che sa fare meglio: il jiu jitsu. A pochi minuti dalla fine della contesa l’ex campione ADCC ha piazzato una transizione spettacolare dalla schiena del suo avversario chiudendo i giochi con una rear naked choke da manuale. Voto 6.5 per Vieira. Voto 4.5 per Stoltzfus.

E a proposito di finalizzazioni spettacolari, UFC Vegas 31 ci ha lasciato in archivio anche quella di Mateusz Gamrot. Una kimura letale dopo appena 1’05” del primo round che ha costretto alla resa un duro come Jeremy Stephens. Vittoria numero 19 in carriera, la seconda consecutiva in UFC, per l’ex campione dei pesi piuma e dei pesi leggeri KSW che si merita anche il nostro 7 in pagella con tanto di appellativo di mina vagante per il prossimo futuro. Voto 3 invece per Stephens, il quale si è incaponito in una presa inutile sul braccio del suo avversario finendo con l’essere finalizzato.

Nel co-main event abbiamo assistito al grande ritorno di Miesha Tate che ha sconfitto Marion Reneau per TKO al terzo round. Un rientro in grande stile per “Cupcake” che ha condotto il match dall’inizio alla fine con il suo solito wrestling d’autore e uno striking molto convincente.

Una Tate promossa in tutto, cardio compreso, e non era così scontato dopo quasi cinque anni di assenza dall’ottagono. In attesa di vederla nuovamente all’opera al più presto, le assegniamo un bell’8 in pagella. Voto 4 per Reneau che si congeda con una sconfitta nel suo ultimo match prima del ritiro.

Nel main event tutti i riflettori erano puntati su Islam Makhachev. Il daghestano non ha tradito le attese battendo per submission al quarto round il brasiliano Thiago Moises.

Monologo assoluto di quello che può essere considerato sempre più l’erede di Khabib, il quale ha applicato alla lettera il copione di quella stirpe di grandi lottatori forgiati da Abdulmanap Nurmagomedov demolendo gradualmente il suo avversario. Un Makhachev che ha iniziato il match in piedi mostrando notevoli abilità nello striking (soprattutto in difensiva) per poi chiudere con le solite manovre al suolo che abbiamo ammirato prima con Khabib ed ora con lui.

Una vera e propria arte lottatoria fatta di transizioni quasi impercettibili e posizionamenti con il corpo che logorano l’avversario fino a condurlo alla resa proprio come successo anche con Moises, il quale torna a casa con una sconfitta e con un 4 in pagella per l’impossibilità di contrastare un simile avversario.

Voto invece 9 per Makhachev. Non è mai facile confermarsi dopo essere così attesi. Non è altrettanto facile essere stati incoronati come l’erede di Khabib. Eppure lui fa sembrare tutto talmente facile da far risultare ogni avversario fin qui incontrato come un inframezzo nella strada verso il titolo.